Salvate i colori!

09 Aprile 2021
Il Tatuaggio Magazine

Una recente modifica a una normativa europea che regola l’utilizzo di pigmenti per tatuaggi, mette in pericolo il lavoro dei tatuatori.

Mesi fa si è appresa la notizia che il Parlamento Europeo stava lavorando a una normativa di regolamentazione delle sostanze che compongono i colori per tatuaggi.
 
In particolare la modifica all'allegato XVII del regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo alla registrazione, alla valutazione, all'autorizzazione e alla restrizione delle sostanze chimiche per quanto riguarda le sostanze da tatuaggio o il trucco permanente.
 
Questa norma, già entrata in vigore lo scorso 5 gennaio, sancisce che a partire dal 5 gennaio del 2022 molti pigmenti non potranno più essere usati dai tatuatori e che i colori avranno bisogno di un'etichetta del REACH. In particolare il Green 7 e il Blue 15, i quali potranno essere utilizzati solo fino al 4 gennaio 2023, dopodiché saranno vietati.
 
La normativa prevede un periodo di transizione di 36 mesi per i pigmenti Blue 15 e Green 7, per permettere ai laboratori delle aziende fornitrici di trovare dei sostituti e riformulare i loro prodotti, ma a differenza di altri pigmenti questi due in particolare risultano essere insostituibili proprio per le loro caratteristiche tecniche.
 
Alla luce di queste difficoltà che inficerebbero il lavoro di molti tatuatori, sono nate numerose iniziative, tra le quali una lettera da parte dell'ESTP (European Society of Tattoo and Pigment Research), alcune interrogazioni da parte di parlamentari austriaci dell'Unione Europea e una petizione portata avanti da diverse associazioni europee del tatuaggio di ben 15 nazioni riunite sotto il nome di CETA, Council of European Tattoo Association:
https://www.safethepigments.com/en/
Online anche una pagina Facebook: https://www.facebook.com/savethepigments/?_rdr
 
Save the Pigments ha redatto una lettera aperta per tutte le associazioni europee di tatuaggi da inviare ai rispettivi deputati al Parlamento Europeo. La lettera riassume le argomentazioni del caso in modo dettagliato. Alcuni rappresentanti della CETA da poco sono riusciti ad aprire un dialogo costruttivo con i rappresentanti delle istituzioni europee.  

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