Massimo Miai
Massimo si definisce un appassionato della simbologia religiosa e dell'iconografia cristiana. Con la sua arte unisce la cultura artistica italiana alla tecnica del tatuaggio di prigionia, mescolando stili come il chicano, il criminale russo e quello dei campi di lavoro francesi.
Nel suo lavoro, Massimo cerca di rendere giustizia alla tradizione antichissima del tatuaggio religioso italiano. Nella chiacchierata fatta con l’artista toscano, titolare dello studio Locuswomb, scopriamo la sua passione per l'arte e la storia, così come le influenze che hanno caratterizzato il suo stile di tatuaggio.
Nel tuo account Instagram si può leggere nella bio italian religious tattoo. Come è nata questa tua specializzazione?
Italian religious tattoo mescola la cultura artistica italiana, da sempre legata alla rappresentazione religiosa, con quella storica, classica e tecnica del tatuaggio di prigionia. Fin da bambino sono sempre stato affascinato dall'iconografia religiosa cristiana, dalle storie bibliche e dalle vite dei santi. Sono un collezionista di ex voto, rosari, crocifissi e arte sacra figurativa. Quando ho del tempo libero, mi piace andare a visitare chiese, soffermarmi a osservare i minimi dettagli, che ispirano i miei disegni. Mi intriga la simbologia in generale, sia quella religiosa sia quella esoterica, massonica e alchemica. Ogni volta che vedevo vecchie immagini di tatuaggi fatti nelle galere, nei campi di prigionia, nelle colonie di lavori forzati, cercavo di capire come potevano essere stati fatti tecnicamente. Tutti quei messaggi espliciti, le scritte grammaticalmente sbagliate, i simboli di vendetta, i ricordi d'amore, della famiglia, il sogno di libertà e di giustizia… L'italian religious tattoo cerca di ricreare tecnicamente questi, se possiamo chiamarli così, "stili". Del chicano, cerco di riprodurre le sfumature fatte con aghi singoli che danno un aspetto morbido ed elegante ma allo stesso tempo potentissimo. Di quello criminale russo, adoro la forza dei tratti, i tratteggi e le sfumature puntinate più grezze. Quello dei campi di lavoro francesi mi affascina per la semplicità di composizione grafica con pochi elementi. E infine, quello italiano, dal lauretano a quello criminale lasciato in eredità dalle ricerche di Lombroso, dove la simbologia sovrasta l'estetica e le scritte dirette e grammaticalmente sbagliate diventano poesia. L'italian religious tattoo vuole rendere giustizia a uno stile di tatuaggio nostrano che è sempre esistito, ma che non viene mai riconosciuto come tale, rendendolo attuale e sperimentale.
Nel tatuaggio italiano la simbologia religiosa è stata sempre molto presente, oggi forse un po' meno.
In Italia abbiamo una tradizione antichissima di tatuaggio religioso e di culto che precede anche l'epoca romana e il cristianesimo. Le testimonianze trovate nella Bibbia, il tatuaggio segreto dei cristiani, i tatuaggi dei pellegrini (Loreto e Gerusalemme), i tatuaggi delle "corporazioni dei mercanti" che nel Medioevo si tatuavano il santo protettore con il simbolo del mestiere, i tatuaggi dei crociati, fino ad arrivare alla fine del 800/900 con le ricerche antropologiche di Cesare Lombroso e del suo testo "L'uomo delinquente" dove, con la sua pazza ricerca (ovvero l'associazione dei tatuaggi e dei tratti somatici ai crimini commessi, così da poterne prevedere dei potenziali delinquenti), ci ha lasciato una testimonianza visiva incredibile sul tatuaggio italiano, insieme a quello dei "domiciliati coatti di Favignana" del dottor antropologo Mirabella, il testo di De Blasio, le varie incisioni, xilografie e acqueforti, come quelle intitolate "Scena del tatuaggio di Loreto", "Il marcatore di Santilli", "Il marcatore di Borgoloreto".
Che tipo di persone sono quelle che si tatuano con queste immagini sacre?
Quello che mi piace dei miei clienti è principalmente la ricerca che fanno. Spesso sono loro a darmi l'idea con la commissione. Le richieste mi portano a dover studiare per poter disegnare qualcosa che non sia classico, ma personale. Sicuramente sono appassionati, variano dal ragazzino che vuole un volto di Cristo sull'avambraccio al dottore che si tatua un San Giorgio sul petto, dal fanatico di tattoo che chiede una Madonna dei sette dolori al ristoratore che richiede tutte le simbologie del caso.
(per leggere tutta l'intervista a Massimo Miai e vedere altre foto dei suoi lavori, scarica gratuitamente il numero 20 de Il Tatuaggio Magazine, cliccando QUI).