Luca Perciabosco
Arte classica, rinascimentale e barocca. ma anche tanto cinema. questi sono i riferimenti di Luca Perciabosco, artista milanese specializzato nel realismo B&G.
Umiltà, lavoro e passione sono le tre parole d'ordine di Luca Perciabosco, tatuatore lombardo attualmente resident presso il Propaganda Tattoo Temple a Milano. Con alle spalle oltre 12 anni di professione, l'artista si racconta oggi ai lettori del Tatuaggio Magazine.
Come sei diventato tatuatore? Qual è stata la tua formazione e il tuo percorso professionale?
È capitato in modo casuale. Sono sempre stato attratto dal mondo del tatuaggio ma non pensavo minimamente di poter diventare io stesso tatuatore, incuriosito com'ero dall'ambiente dello studio di cui ero cliente. Dopo alcune settimane passate in questo stupenda atmosfera e forte di un diploma preso al Liceo Artistico, chiesi al titolare dello studio dove andavo se fosse possibile provare a eseguire un disegno preparatorio per un tatuaggio e da quel momento fu amore.
Come hai acquisito lo stile B&G? Quali sono state e sono oggi le tue influenze artistiche e culturali?
Come dicevo in precedenza, ho frequentato il Liceo Artistico e ho sempre avuto una grande passione per l'arte classica, tutto quello che riguarda i grandi artisti del Rinascimento, il periodo barocco, la pittura fiamminga e i grandi dipinti d'epoca napoleonica e vittoriana. I miei due artisti preferiti in assoluto sono Michelangelo e Leonardo, anche se mi sono appassionato molto anche al Caravaggio, al Canova, Van Eyck, Rubens e Hayez… Potrei citarne davvero tanti altri. Lo stile B&G arriva da un amore incondizionato per il disegno a matita e carboncino che per me è semplicemente vita.
Ci sono stati degli artisti che avevi come riferimento quando hai iniziato a tatuare? Quali invece gli odierni?
Quando ho iniziato 12 anni fa a tatuare sicuramente Macko era uno di quelli a cui guardavo spesso. Instagram per i tatuatori non era quello che è oggi, quindi rivolgevo la mia attenzione perlopiù verso le riviste. Osservavo tutto quello che riguardava il mondo chicano, mi piaceva molto, tanto che ho parecchi pezzi del genere addosso. Con il passare del tempo poi mi sono appassionato al realistico, mi veniva più semplice ragionarlo. In quest'ultimo caso gli artisti che consideravo erano Pasqualin, De Pase e Turco. Oggi rimango sempre stupito e affascinato dai lavori di Simone Marchi, un amico che vedrò a ottobre quando sarò da lui a fare una guest. Cito anche Steve Butcher, Nikko Hurtado.
Oggi sei rintracciabile a Milano presso il Propaganda Tattoo Temple: da quanto tempo sei lì, come vi sei giunto?
Sono approdato da Propaganda subito dopo l'inizio della pandemia, quindi metà 2020. Faccio parte di questa stupenda realtà artistica e culturale grazie a due cari amici: Emanuele Frasca (Noyz Narcos) e Andrea Corona. Mi hanno voluto fortemente con loro rendendomi parte integrante del progetto.
(per leggere tutta l'intervista a Luca Perciabosco e vedere altre foto dei suoi lavori, scarica gratuitamente il numero 19 de Il Tatuaggio Magazine, cliccando QUI)