Lettera aperta alle Istituzioni da parte della community dei tatuatori

27 Aprile 2020
Il Tatuaggio Magazine

Per poter anticipare l'apertura dei tattoo shop, ecco una lettera aperta alle Istituzioni da parte della community de IL TATUAGGIO.

Stando a quanto annunciato dal Premier Giuseppe Conte in data 26 aprile per la "Fase 2", i tattoo shop potranno riprendere l'attività solamente dal 1° giugno. Troppo tardi secondo gli addetti ai lavori.

Per questo abbiamo deciso di scrivere una lettera aperta alle Istituzioni da parte della community de IL TATUAGGIO.

Il testo è stato diffuso sui nostri social e inoltrato via email direttamente al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Nunzia Catalfo e al Segretario Generale di Confartigianato, il Dott. Cesare Fumagalli

Questo il testo:

Ci facciamo portavoce della community di tatuatori e appassionati del tatuaggio. 

Tra tutti i nostri social raggruppati sotto il brand IL TATUAGGIO concentriamo oltre 700 mila contatti.

Scriviamo in merito ai recenti provvedimenti relativi alla cosiddetta “Fase 2”.

In particolare per la riapertura dei tattoo studio, dove si evince la probabile ripartenza al 1° giugno.

Il settore tatuaggio è un mercato che vale circa 300 milioni di euro e che conta oltre 7000 imprese in tutta Italia (dato Unioncamere-InfoCamere).

Siamo ben consapevoli del fatto che la nostra attività non sia essenziale e che il tatuaggio sia valutato come bene voluttuario.

Ma dietro la nostra realtà ci sono tante famiglie. A oggi, con questo provvedimento, molti padri non riusciranno a dare da mangiare ai propri figli, a pagare gli affitti e le bollette. Si creerà di fatto un esercito di nuovi poveri che aumenteranno se si lasceranno chiusi i tattoo shop in questo periodo per noi remunerativo e che permette di ammortizzare la bassa richiesta estiva.

Considerate infatti che nella stagione estiva la richiesta di tatuaggi cala circa del 90% e andando a ricominciare il 1° giugno di fatto si perderebbero 6 mesi di lavoro (da marzo a settembre)

Abbiamo sempre usato i DPI necessari per proteggerci dalla contaminazione dei virus trasmissibili per via ematica e siamo una delle categorie che, dopo il settore medico, saprebbe usare nella maniera più adeguata i sistemi di protezione per difenderci dalla contaminazione da virus aerobici.

Abbiamo la possibilità di lavorare da soli con una persona, senza assoluta possibilità di assembramento; sono già presenti nei nostri scaffali gel e disinfettanti virucidi, mascherine e guanti; igienizziamo la nostra postazione abitualmente dopo ogni trattamento, cosa che si potrebbe implementare per i virus aerobici; siamo tutti possessori di un contratto per lo smaltimento dei rifiuti contaminati.

L'occasione di contagio per noi è molto più bassa di qualsiasi altra attività. Prendere un mezzo pubblico, andare in un supermercato, entrare in un qualsiasi negozio sono azioni con molta più possibilità di propagazione del virus rispetto a farsi un tatuaggio.

Siamo chiusi da oramai due mesi e abbiamo ricevuto - neanche tutti - 600€ con cui dovremmo pagare affitti, bollette, tasse e il minimo per sopravvivere. Una miseria considerando quanto ci costa mantenere l'attività.

Se continuasse così, il 70% del nostro settore chiuderà per sempre.

Prolungando questa chiusura distruggerete un settore che fa girare ogni anno 300 milioni di euro.

Sperando in un vostro ripensamento/revisione del provvedimento.

In fede

La community de IL TATUAGGIO      

 

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